L’ agonismo per i bambini: un bene o male?
Come succede che si è chiamati per l’agonismo? Tutto comincia in un giorno normale in cui tuo figlio fa sport. Si avvicina un perfetto sconosciuto nella palestra, piscina o dove sei e ti dice: tuo figlio è veloce proviamo a farli fare agonismo.
Il desiderio di vedere nostro figlio primeggiare è grande e anche a lui non dispiace.
La base dell’agonismo è il confronto e la sfida. Dobbiamo anche capire se nostro figlio regge questo stress psicologico non indifferente. Potrebbe essergli nocivo per la sua formazione. Oppure in caso contrario potrebbe fargli bene e aiutarlo a diventare competitivo. Un po’ di competizione fa sempre bene.
Ma facciamo attenzione che l’agonismo estremo può portare all’isolamente e alla depressione. Se vediamo che nostro figlio non regge i tempi, non colpevolizziamolo e lasciategli fare la sua scelta. Un libro che consiglio di leggere è “Open” di Agassi il famoso tennista. Lui racconta il suo “agonismo” il paicere e il dolore, la fatica e l’ossessione del risultato. La voglia di mollare e di non riuscirci. Lo sport a modo suo, crea dipendenza!
Andre Agassi “Odio il Tennis lo odio con tutto il mio cuore eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo ad implorarmi di smettere e continuo a giocare e questo divario, questo conflitto, tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita… “